PASQUA 2025

Pasqua di Risurrezione
CRISTO nostra SPERANZA è RISORTO!
Carissime, Carissimi,
nuovamente la Pasqua ci pone dinnanzi al duello sempre in atto tra morte e vita, tra disperazione e speranza, tra abisso di tenebra e abisso di luce. Gesù è morto appeso sulla croce. La decisione delle donne di andare ad ungere il corpo di «Gesù Nazareno, il crocifisso», già posto nel sepolcro, ne è la conferma. Era veramente morto.
I loro occhi erano prostrati dalla pesantezza del cuore. Eppure osano ancora alzare lo sguardo, spinte da un sobbalzo interiore, a motivo di un fatto imprevisto: la pietra era stata rimossa.
Sono spinte ad entrare. Chi le ha spinte? L’impeto dello sconforto e della disperazione o l’audacia dell’amore di chi ha vissuto consapevolmente dietro a Gesù, nutrito dalle sue parole accolte e praticate.
Entrano nel sepolcro e constatano l’assenza di Gesù nella tomba, confermata dal giovane seduto vestito di bianco che le attende, con un annuncio sconvolgente; “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
È risorto, non è qui”.
Il sepolcro è vuoto. Gesù non è prigioniero della morte. Si è avverata la Parola: «Perché non abbandonerai l’anima mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione» (At 2,27).
L’annuncio che devono recapitare ai discepoli e a Pietro è memoriale di quanto Gesù stesso aveva detto loro, è la conferma dell’alba della potenza e della forza della risurrezione di Cristo.
Perché la terra non è stata capace di ingoiare Gesù: la resurrezione è la deflagrazione dell’amore di Dio sul suo Figlio e su di noi amati da Dio Padre nell’Amato che si è umiliato «facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre» (Fil 2,8-11).
Entriamo nel mistero che stiamo celebrando, facciamo nostri i sentimenti del Crocifisso risorto, i suoi atteggiamenti, come ci invita a fare l’apostolo Paolo: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5).
Noi già battezzati, discepoli del Signore, facciamo memoria della Pasqua del Signore certi che «questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo, […] e li consacra all’amore del Padre».
Fiduciosi che «il santo mistero di questa notte sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti. Dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace».
Oggi il Cristo risorto ci consacra e riconsacra all’amore del Padre.
In questo anno giubilare lasciamo risuonare nel cuore le parole di San Giovanni XXIII « Cristo, nostra speranza, è risorto; in nessun altro c’è salvezza (cfr. Act. 4,12). Siamo con Gesù risorto; rimaniamo con lui. Da questa certezza saldissima, che si irradia dal mistero della Risurrezione, scaturiscono indicazioni di grande incoraggiamento. […] Surrexit Christus, alleluia! Il saluto dice radioso programma: non morte, ma vita; non divisioni, ma pace; non egoismi, ma carità; non menzogna, ma verità; non quel che deprime, ma il trionfo della luce, della purezza, del mutuo rispetto.
E poiché ciò costituisce la salvezza, il servizio, l’onore del cristiano, questa sia la vostra testimonianza, ora e sempre, diletti figli» (Messaggio Urbi et Orbi, Pasqua 1963).
Con affetto
don Gabriele e don Marco