Itineranza Prontezza Decisione

XIII Tempo Ordinario
Itineranza, Prontezza, Decisione

Nel Vangelo di oggi, mentre riprendiamo il tempo ordinario, l’evangelista Luca inizia il racconto dell’ultimo viaggio di Gesù verso Gerusalemme.
È una lunga marcia non solo geografica e nello spazio, ma spirituale e teologica verso il compimento della missione del Messia.
La decisione di Gesù è radicale e totale, e quanti lo seguono sono chiamati a misurarsi con questa stessa scelta.
L’evangelista ci presenta tre personaggi – tre casi di vocazione – che mettono il luce quanto è richiesto a chi vuole seguire Gesù fino in fondo, totalmente.

Il primo personaggio promette a Gesù “Ti seguirò dovunque vada!”.
Generoso! Il Maestro risponde che il Figlio dell’uomo, a differenza delle volpi che hanno le tane e gli uccelli i nidi, “non ha dove posare il capo”. La povertà assoluta di Gesù.
Ha, infatti, lasciato la sua casa paterna e ha rinunciato ad ogni sicurezza per annunciare il Regno di Dio alle pecore perdute del suo popolo.
Così Gesù ha indicato a noi suoi discepoli che la nostra missione nel mondo non può essere statica, ma è itinerante.
Il cristiano è itinerante! La Chiesa per sua natura è in movimento, non se ne sta tranquilla nel proprio recinto.
È aperta ai più vasti orizzonti, inviata a portare il Vangelo in tutte le strade del mondo.

Il secondo personaggio che Gesù incontra riceve da Lui direttamente la chiamata, però risponde: “Signore permettimi di andare prima a seppellire mio padre!”. È una richiesta legittima, fondata sul comandamento.
Tuttavia Gesù replica: “Lascia che i morti seppelliscano i morti”.
Con queste parole, volutamente provocatorie, Gesù intende affermare il primato della sequela e dell’annuncio, anche sulle realtà più importanti, come la famiglia.

L’urgenza di comunicare il Vangelo, che spezza la catena della morte e inaugura la vita eterna, non ammette ritardi, ma richiede prontezza e disponibilità.
Dunque, la Chiesa è itinerante e qui la Chiesa è decisa, agisce in fretta, sul momento, senza aspettare.

Il terzo personaggio vuole anch’egli seguire Gesù ma a una condizione: lo farà dopo essere andato a congedarsi dai parenti.
Per questo si sente dire chiaramente dal Maestro: “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto al Regno di Dio”.
La sequela di Gesù esclude rimpianti e sguardi all’indietro, richiede la virtù della decisione.
La Chiesa, per seguire Gesù, è itinerante, agisce subito, in fretta ed è decisa.
Il valore di queste condizioni poste da Gesù non risiedono in una serie di negazioni dette a cose buone e importanti della vita.
L’accento, piuttosto, va posto sull’obiettivo principale: diventare discepolo di Cristo!
Una scelta libera e consapevole, fatta per amore, per ricambiare la grazia inestimabile di Dio, e non fatta per promuovere se stessi.
È triste questo!
Guai a coloro che pensano di seguire Gesù per promuoversi, cioè per fare carriera, per sentirsi importanti o acquisire un posto di prestigio.
Gesù ci vuole appassionati di Lui e del Vangelo. Una passione del cuore che si traduce in gesti concreti di prossimità, di vicinanza ai fratelli più bisognosi di accoglienza e di cura.
La Vergine Maria, icona della Chiesa in cammino, ci aiuti a seguire con gioia il Signore Gesù e ad annunciare ai fratelli, con rinnovato amore, la Buona Notizia della salvezza.

(Angelus 30 giugno 2019)

Buona domenica e buona settimana
don Gabriele