Incontri 1ª domenica del mese dedicati in particolare alle famiglie che hanno iscritto i propri figli al catechismo

• 3 novembre: come vivere in famiglia il terzo comandamento: ricordati di santificare le feste… il valore della domenica e dell’Eucaristia nella vita del cristiano

• 1 dicembre: come affrontare la conflittualità tra lavoro e famiglia

• 12 gennaio: come aprire gli orizzonti della nostra famiglia

• Dal 26 gennaio al 2 febbraio SETTIMANA dell’EDUCAZIONE
– 31 gennaio venerdì S. Giovanni Bosco potrebbe essere 19.00 S. Messa per tutti; 19.45 apericena in oratorio; 21.00: spettacolo con Michele DOTTI
– Domenica 2 febbraio: educhiamoci agli acquisti solidali e a una sobrietà cristiana

• 1 marzo: come affrontare in famiglia le stagioni del dolore (malattia, lutto, ma anche perdita del lavoro, situazioni familiari difficili…)

• 3 maggio: quanto durerà il mondo? Salvaguardia del creato e responsabilità

Cari genitori,
siamo a dicembre e vorrei condividere “il riassunto delle puntate precedenti” con tutti quelli che non han potuto venire agli incontri dedicati ai genitori, anche con chi non sente il bisogno di partecipare, o con chi crede non sia utile alla propria vita e preferisce impiegare un’ora al mese del proprio tempo (perché di questo si tratta) in maniera diversa. Continuo a credere che può essere utile!

Al primo incontro abbiamo riflettuto sul valore della domenica, giorno da dedicare al riposo o quantomeno con ritmi “più umani”, ritagliandosi in famiglia dei momenti di crescita nello stare insieme, senza la fretta dei giorni feriali . Vivere in famiglia il terzo comandamento (ricordati di santificare le feste), significa, per chi decide di fare un cammino di fede, provare a viverlo con più impegno e partecipazione senza cedere alla mentalità corrente che spinge altrove, alla continua evasione, al consumismo, allo stordimento. Non vivere la domenica “sopportata”, ovvero solo stanca e noiosa per l’assolvimento di obblighi della Messa, obblighi formali e poco desiderati, ecco perché diventano “pesanti” e “obblighi” perché non si desiderano e non si comprendono, ma vivere la bellezza dello stare insieme con gli altri e con Dio.

Al secondo incontro abbiamo “affrontato” insieme, la conflittualità tra lavoro e famiglia, ascoltando il bellissimo brano di Matteo 6,25-34 (“non affannatevi…la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?… il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena”)
È emerso, tra le tante cose, che sarebbe buona cosa:
– prendersi cura più delle persone che delle cose (già risaputo certo, ma a volte, in buona fede, messo poco in atto). A volte ci si prende più cura della casa di chi ci abita. Don Tonino Bello ci ricorda che quella casa per cui a volte “sputiamo sangue” è una casa provvisoria che non dobbiamo, per esempio, appesantire con mobili pregiati che a volte i figli non possono neanche sfiorare, dev’essere un luogo essenziale, di “sosta” in cui prenderci cura delle persone che amiamo, in cui dare accoglienza (anche se la casa non è in ordine o pulitissima) conta più il clima che le cose (seppure belle) che ci circondano in essa.
– ma qual è “il clima” quando bisogna vivere i mille impegni della quotidianità? Impegni che anche volendo non si possono eliminare. Buona cosa sarebbe imparare a vivere senza affanno, con più leggerezza, dando il giusto valore alle cose, prendendo atto che non si può programmare tutto, che l’equilibrio con cui si vive la giornata, è un equilibrio precario, bisogna sempre “ricalcolare il percorso” e cercare di farlo con lo spirito giusto (un ritardo, il traffico, una malattia, un dolore, un imprevisto, il datore di lavoro o il collega che ci fa arrabbiare, ecc…)
– ponendo più attenzione alle relazioni, all’ascolto di chi ci è vicino, senza prenderle per “scontate”. Esserci davvero! Tante cose si devono fare in famiglia e spesso può sembrare di essere presi da altro, ma l’importante è restare disponibili, avere cura di…
– “allenandoci” nell’affidamento delle nostre fatiche al Signore che ci ama gratis, disponibile H24, che ci comprende sempre (Lui per primo ha vissuto una vita difficile)
– avere l’umiltà di comprendere che non siamo dei supereroi e che quindi non tutto dipende da noi (anche se a volte siamo tentati di pensarlo).
– il condividere con gli altri e con Dio le gioie e i dolori ci rende più comunità, più forti, più formati, più capaci. Anche questi incontri sono occasione di condivisione, eppure molti restano “sordi” e non rispondono a questa “chiamata”.

Al prossimo incontro del 12 gennaio! Vi daremo più avanti informazioni più dettagliate.

 

Vi auguro un sereno Natale e che il Signore abbia sempre cura delle vostre famiglie

Una catechista