All’inizio di questo anno ho avuto la grazia di vivere un tempo prolungato di silenzio e di preghiera nell’ambito degli “esercizi spirituali” consigliati a tutti come sosta nel cammino della vita e per la fede. Nei tempi di meditazione personale e nella liturgia non ho smesso di affidare al Signore la nostra comunità e a chiedere il dono del discernimento per il bene di tutti.
Mi perdonerete, allora, se forse alcuni passaggi potranno sembrare duri ma non vogliono essere un atto di accusa o di condanna ma una condivisione di un pensiero, di un interrogativo, di un dilemma! Tra meno di un mese, dopo la festa attorno alla nostra Madonna di Lourdes e le attività del carnevale riprende per il cristiano il tempo della quaresima, che è fondamentale per il cammino di preparazione ai sacramenti. Da secoli tale tempo liturgico vede iniziare il tratto terminale per i candidati al Battesimo degli adulti attraverso alcuni riti e consegne.
Questa profonda tradizione è stata ripresa anche in riferimento al cammino di preparazione ai sacramenti della Riconciliazione, dell’Eucaristia, della Cresima. Così anche nella nostra comunità verranno “presentati” i nostri bambini e ragazzi che pubblicamente riceveranno un “segno” che li accompagnerà verso la celebrazione. Fino a qui nulla di sconvolgente ne di straordinario.
Resta un primo interrogativo: ma quale consapevolezza abbiamo rispetto al Sacramento come segno di una fede?
Facile affermare che i Sacramenti sono “doni di grazia” segno di un amore immenso del Dio dell’Amore. Ma di questo dono\amore io cosa ne faccio? Quale valore rivolgo? Cosa dice ed opera alla mia vita? E soprattutto in che modo mi preparo a vivere la ricezione di questo dono? (se lo ritengo tale…)
Non sono abituato a fermarmi ai dati oggettivi mi piace provare ad andare oltre…alcuni dati però sono palesi ed in fraterna franchezza devono essere condivisi.
Se dovessimo applicare regole o una prassi pastorale diffusa in altre realtà dovrei, con amarezza, affermare che siamo un “fallimento” quasi totale! Come comunità educante e come risposta. La frequenza dei nostri bambini (e delle famiglie) alla vita liturgica è pressoché insignificante. La S. Messa anche per coloro che devono ricevere i Sacramenti sembra essere un accessorio inutile e superfluo Lo stesso coinvolgimento dei genitori negli incontri della prima domenica del mese è stato, a dir poco, irrisorio rispetto al numero complessivo degli iscritti.
Non ci è sembrato di chiedere molto!
Forse abbiamo chiesto male. Ma tralasciando questa analisi voglio credere possibile per me e per tutti l’occasione di ridestare la riflessione: “Cosa è la fede? A cosa mi serve vivere una esperienza religiosa? Cosa chiedo a Dio per la mia vita e per la vita dei miei cari?”
È vero il mondo è cambiato, cambia la religione, cambia la Chiesa…ma il Signore resta lo stesso, dice lo stesso, ama nello stesso modo! A volte mi chiedo cosa è una chiesa in uscita? Cosa deve fare un prete per essere in uscita? Ma cosa significa per un cristiano, un battezzato essere in uscita? Senza una seria riflessione sulla fede a nulla è semplice rispondere.
Forse non è neppure banale chiedersi cosa chiedo alla parrocchia?
Sono domande che rivolgo per primo a me, che il Signore indegnamente da due anni mi ha posto come pastore di questo popolo e chiedo allo Spirito di soffiare su di noi, piccoli e grandi, perché si riscaldi il nostro cuore affinché l’essere cristiano sia occasione di gioia, sia desiderio di cammino, sia fonte di comunione e pace.
Il Signore vi dia Pace
don Gabriele