Prenditi gioco della ricchezza!

PRENDITI GIOCO della RICCHEZZA!

Certo che… di tutto ci saremmo aspettati, da Gesù, meno che frasi di questo tipo:
“Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta”.
E questo, dopo aver raccontato una parabola nella quale un uomo ricco loda il proprio amministratore disonesto che
ha sperperato le sue sostanze praticamente facendogliela sotto il naso!
Com’è possiamo leggere questo brano storia?
Ci manca anche di avere a che fare con un Dio che approva la disonestà e la mala amministrazione!

Il rapporto con la ricchezza è qualcosa che mette a dura prova ognuno di noi, non solo coloro ai quali girano più soldi tra le mani. Perché la ricchezza rende tutti quanti più felici, è inutile negarlo: ma è altrettanto vero che ci rende tutti quanti estremamente deboli e fragili, ognuno a modo proprio.
C’è chi si lascia travolgere dalla ricchezza, e per questo, non appena se la ritrova tra le mani, la sperpera, permettendosi ogni lusso e ogni capriccio finché poi tutto finisce; c’è chi invece si crede abile nel maneggiare la ricchezza e, convinto di poterla dominare, ne accumula il più possibile, anche risparmiando in maniera ossessiva, per poi rimanerne schiavo e morirne soffocato.
E c’è anche ci ha timore della ricchezza, per cui sceglie di farne totalmente a meno, vivendo volontariamente nella povertà, salvo poi giungere ad averne bisogno anche solo per i beni primari, e quindi a chiedere ad altri di sostenerlo economicamente.
La ricchezza è tremenda: ci provoca, ci sfida, la maggior parte delle volte ci vince e ci schiaccia. E per di più – ci dice il Vangelo oggi non una sola, ma ben quattro volte – è disonesta.
È lo è sempre, non solo in determinate situazioni e in mano a determinate persone: lo è per il solo fatto di essere ricchezza.

Questo, per lo meno, secondo quanto ci insegna il Gesù del Vangelo di Luca: spiacente per chi è ricco e per chi ama il denaro, ma quest’anno – soprattutto questa e la prossima domenica – ha a che fare con brani di Vangelo che lo lasceranno alquanto turbato…
Come mai Gesù parla di una ricchezza “disonesta”
quando tutta la Scrittura diceva esattamente il contrario, ossia che la ricchezza era segno della benedizione e dell’amore di Dio nei confronti della persona che ne era in possesso?
Perché, secondo il Gesù del Vangelo di Luca, la ricchezza è disonesta?
Perché nei confronti dell’uomo non si comporta onestamente: non si rivela per ciò che davvero è, ovvero una potenza che schiaccia, che rende l’uomo fragile, lo opprime illudendolo e promettendogli tutto ciò che vuole, compreso – secondo i farisei – il paradiso, quando sa benissimo che non è così.
La ricchezza è disonesta perché promette eternità senza essere eterna; la ricchezza è disonesta perché ti fa credere di essere autonomo, ma non è così; la ricchezza è disonesta perché ti promette tutto e per sempre, ma non è così.
Le tre parabole in cui Luca presenta uomini ricchi o che hanno a che fare con i soldi terminano sempre in tragedia: finiti i soldi, che ne è di te, della tua vita, delle tue relazioni, delle tue amicizie, se nella vita hai pensato sempre e solo alle ricchezze? Occorre trovare una maniera buona per convivere con la ricchezza disonesta senza che essa ci distrugga. Come? Donare generosamente agli altri senza tenere nulla per sé sarebbe l’ideale, ma non tutti ci riescono.
È però possibile vivere bene con la ricchezza in un altro modo, ovvero creando relazioni, sfruttando la sua disonestà che crea disuguaglianze sociali per costruire, invece, relazioni durature e profonde.
Come fa l’amministratore disonesto della parabola, lodato dal padrone non certo perché disonesto e scialacquatore, ma perché ha messo sotto scacco la ricchezza.
Quella disonesta ricchezza da lui sperperata (tant’è, non era la sua…) lo rende scaltro e sveglio al punto che la vince, la sfrutta, la utilizza per rubare fino in fondo, ma quantomeno avendo assicurato per se stesso “una dimora eterna”.
La ricchezza è disonesta, e prima e poi ti chiede il conto: e quando poi ti rende cieco di fronte a chi ha bisogno di te, ti uccide e ti condanna.
Per di più, senza appello.

 

BUONA DOMENICA e BUONA SETTIMANA
don Gabriele e don Marco