Pasqua di Risurrezione

di CUORE AUGURI per una SANTA PASQUA, don Gabriele

Pasqua di Risurrezione

Carissimi fratelli e sorelle, vorrei salutarvi con grande affetto augurandovi una santa e serena Pasqua di Risurrezione.
Anche noi abbiamo bisogno, proprio come Maria Maddalena e l’altra Maria, di sentire una voce che ci dice di non temere, di non aver paura, anche se stiamo vivendo un tempo di difficoltà e che forse sta venendo meno la speranza.
Il peso della guerra e il perdurare della profonda crisi che abbraccia ogni ambito della vita sociale, economica, politica e religiosa sembra avere messo a dura prova i valori della fede e eliminato il bisogno ed il desiderio di Dio in una sempre più crescente indifferenza.
Nella solennità di Pasqua il Signore manda sempre un angelo nella nostra vita per incoraggiarci, per infonderci speranza nelle nostre tribolazioni.
Se Gesù ha davvero vinto la morte, allora ha vinto ogni male, anche quello che stiamo vivendo.
Apriamo gli occhi e le nostre orecchie per vedere e sentire le parole dell’angelo mandato da Dio per noi.
NON lasciamoci portar via la speranza! CRISTO è RISORTO! I primi cristiani quando si incontravano avevano un saluto, un segno che li contraddistingueva nel mondo pagano e anti-cristiano in cui vivevano.
Si dicevano: “Cristo è risorto!”, e si rispondeva: “È veramente risorto!”.
Non è soltanto un cortese saluto, ma l’espressione di una fede profonda e gioiosa che dona orizzonti nuovi alla vita.
Apparentemente non avevano buone ragioni per essere felici: essere cristiani significava emarginazione sociale, persecuzione, privazione della libertà.
Ma i primi cristiani erano felici perché avevano qualcuno da attendere: il Cristo risorto.
Chi non attende qualcosa di nuovo, non ha alcun motivo per essere felice.
Chi vive come se Cristo non fosse risorto, vive senza futuro. E senza futuro non si può essere felici.
Ma un futuro c’è, perché Cristo è risorto.
La Pasqua ci ricorda proprio questo: la resurrezione di Gesù è l’evento decisivo, il più importante della nostra storia e di tutta la storia dell’umanità.
S. Paolo dice ai Corinzi: “Se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede.” (1 Cor 15,17).
Davvero Gesù Cristo è risorto: non si tratta di una favola, di un racconto inventato per tranquillizzare gli animi o per illudere le nostre speranze.
Se come cristiano non accolgo la risurrezione di Gesù, allora significa seguo uno sconfitto dalla storia, un perdente, tradito e rinnegato perfino dai suoi collaboratori più stretti.
Se non seguo la luce del Risorto vedrò Gesù come un uomo abbandonato da Dio e dagli uomini, un condannato dalla società, un fallito.
Ma se invece metto al centro della mia fede, al centro della mia gioia e del mio impegno di vita la risurrezione di Gesù, allora si aprono prospettive del tutto nuove di vita, di rinascita, di nuova vita.
Noi cristiani abbiamo questo incarico: tenere viva la fede nella resurrezione, come promessa e caparra per tutti.
Perciò vogliamo mantenere viva la tradizione di questo saluto, che ci aiuta a credere e proclamare, soprattutto nei giorni in cui siamo tristi, scoraggiati, e senza la pace, che Dio può fare molto di più di quanto osiamo credere e pensare.
Se non lo proclamiamo noi cristiani, chi mai lo potrà fare? Il mondo non sa parlare di queste cose e si mette a ridere quando si parla di aldilà, di resurrezione, di vita eterna.
Il saluto “Cristo è risorto!” non è quindi un’esaltazione religiosa o una fuoriuscita dalla realtà quotidiana, ma un semplice gesto di abbandono nelle mani di Colui che ha vinto la morte, perché la nostra fede possa essere sempre accesa e viva, proprio come lo era agli albori del cristianesimo.
Gesù Cristo è vivo anche oggi.
Chi ha sperimentato tutto questo può dire che è vero.
Anche noi siamo invitati a dire, con la voce e con la vita, “Cristo è risorto!”, perché l’abbiamo sperimentato, e se chi ti ascolta è un cristiano che ha sperimentato anche lui la gioia di incontrare Gesù ti risponderà: “è veramente risorto e noi con Lui! Alleluia!”.