Io sono il pane vivo disceso dal cielo
Io sono il pane vivo disceso dal cielo
L’odierna solennità del Corpo e Sangue del Signore diventa l’occasione per una riflessione nei confronti del sacramento più importante che Gesù ci ha lasciato: l’Eucaristia. L’Eucaristia è il dono più grande che Gesù ha fatto alla Chiesa!
La festa di oggi ci riporta al pomeriggio del Giovedì santo, all’istituzione dell’Eucaristia, alla lavanda dei piedi, al comandamento nuovo dell’amore fraterno.
L’evangelista Giovanni, infatti, prima di narrare l’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli, annota che «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine»
Quando partecipiamo alla messa oppure, entrando in chiesa, sostiamo in preghiera davanti al tabernacolo, siamo richiamati a pensare alla centralità dell’Eucaristia, alla sua importanza insostituibile per la vita e il cammino della Chiesa, per la nostra vita cristiana.
Nella prima lettura che la liturgia ci propone, Mosè esorta il popolo d’Israele a non dimenticare tutto il cammino che Dio gli ha fatto percorrere nel deserto, nutrendolo con la manna, dissetandolo con l’acqua che sgorga dalla roccia. Senza tali doni il popolo d’Israele non sarebbe sopravvissuto, non sarebbe entrato nella terra promessa.
Anche noi, popolo di Dio, pellegrini in cammino verso la pienezza del Regno, siamo sfamati da Dio non con la manna, ma nutriti e dissetati col corpo e sangue del suo Figlio.
Gesù stesso, infatti, nel discorso pronunciato nella sinagoga di Cafarnao, dopo la moltiplicazione dei pani, indica la manna come segno del suo corpo e usa frasi pressanti per indicarci la necessità di comunicare il suo corpo e il suo sangue: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui».
La presenza di Gesù nell’Eucaristia non è semplicemente la presenza del Risorto così come si manifestò agli apostoli nel cenacolo o sulla riva del lago di Tiberiade. No!
Nell’Eucaristia è presente Gesù nel «gesto del dono di sé»: l’offerta d’Amore che egli ha vissuto sulla croce è ormai l’atteggiamento perenne di Gesù tra le braccia del Padre, ed è cosi che Gesù si fa presente nell’Eucaristia diventando pane che ci nutre e ci trasforma.
Scrive un teologo del nostro tempo sollecitando una risposta nei cristiani:
«Ma ci credete davvero che in ogni Eucaristia è presente Gesù che, per puro amore, dà la vita per voi?
E se ci credete perché uscite dalla Chiesa, dopo aver partecipato alla Messa, con indifferenza?»
Una domanda forse scomoda ma vera! Domanda che ricorda che senza partecipazione assidua e frequente all’Eucaristia non c’è questa intimità profonda col Signore, che è la vera vite, non c’è una vita cristiana seriamente impegnata. Lasciamoci, dunque, interrogare, nutrire, plasmare dall’Eucaristia – sacramento che ci fortifica e sostiene nel nostro impegno di credenti – nel nostro cammino di fede, di speranza, di carità.