Il vento dello Spirito Santo che porta a Libertà

Pentecoste – 8 giugno 2025
IL VENTO DELLO SPIRITO SANTO CHE PORTA A LIBERTÀ
“Voi mi chiamate Maestro e dite bene”.
Così Gesù agli apostoli.
Dunque, Gesù è maestro, insegna cose vere e necessarie per la vita e per la salvezza.
Ora, prima di tornare al Padre, annuncia un nuovo maestro, lo Spirito, che non solo sarà vicino ai discepoli, ma proprio “dentro” ciascuno di loro.
Se Gesù era “con” e “tra” gli apostoli e i discepoli, lo Spirito sarà “in” noi, più intimo a noi di noi stessi.
È solo a questa profondità, infatti, che si raggiunge la fonte della Parola, laddove essa – Verbo di Dio – scaturisce dal seno del Padre.
È la vertigine della fede, l’intimità di Dio stesso, il suo nucleo incandescente.
Se “sapienza” è l’altro nome dello Spirito, l’umiltà è l’unica moneta capace di acquistarne, perché il timore di Dio è l’inizio della Sapienza.
La sapienza di cui si parla non è la conoscenza presuntuosa, ma il sapore di Dio nella storia e nella vita di ogni giorno.
Lo Spirito di Sapienza è il respiro di Dio dentro di noi, l’ossigeno della fede, della speranza e della carità.
È il punto di vista di Dio – la sua logica, la sua sapienza – sulla vita, sulla storia, sulle relazioni umane.
È brezza ma anche vento impetuoso che stravolge la vita e fa osare l’impossibile, basta verificarlo nella vita dei dodici, dei martiri, di santi come Francesco, Massimiliano Kolbe, Madre Teresa e tanti altri testimoni ai mass media, ma non allo Spirito.
Con lo Spirito tutto si trasfigura: i rapporti, gli affetti, le persone, perché – come dice Paolo – “il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”.
La tradizione spirituale dice che sette sono i doni dello Spirito.
I sette doni – sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio – nascono tutti dall’amore e ognuno ci permette di riconoscere le cose divine.
La sapienza fa gustare e vedere quanto è buono il Signore. L’intelletto dà il senso delle realtà della fede, ce ne dà una sicurezza amorosa e ce ne fa percepire la bellezza.
Il consiglio è l’amore che ci rende attenti a capire come comportarci per essere figli di Dio.
La fortezza è la sopportazione e la fermezza calma nelle prove; è la mitezza dell’Agnello immolato e vincitore.
La scienza dona l’istintiva capacità di distinguere il bene e il male, percependo la nostra piccolezza e che tutto è nelle mani di Dio.
La pietà ci dice fino a che punto Dio è nostro Padre e va amato al di sopra di tutto.
Il timore di Dio è la percezione della nostra piccolezza dinanzi alla sua maestà e ci rende docili spingendoci nelle sue braccia.
Che effetto fa lo Spirito Santo? Quali sono i suoi segni, oggi, nella Chiesa? Soprattutto le conversioni, come nel giorno di Pentecoste quando, alle parole degli apostoli moltissimi si fecero battezzare.
Fu una vera mietitura. «Pentecoste», del resto, designava nell’Antico Testamento la “festa della mietitura”.
La Pentecoste costituisce il battesimo della Chiesa, è un evento che le ha dato, per così dire, la forma iniziale e la spinta per la sua missione.
E questa «forma» e questa «spinta» sono sempre valide, sempre attuali.
La Pentecoste è la festa della comprensione e della comunione umana.
Tutti possiamo constatare come nel nostro mondo, anche se siamo sempre più vicini l’uno all’altro con lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, e le distanze geografiche sembrano sparire, la comprensione e la comunione tra le persone sia spesso superficiale e difficoltosa… sembra che gli uomini stiano diventando più aggressivi e più scontrosi; comprendersi sembra troppo impegnativo e si preferisce rimanere nel proprio io, nei propri interessi”.
Lo Spirito è Consolatore perché insegna e ricorda.
L’insegnamento afferma la potenza di illuminazione, di redenzione e di gloria di ogni realtà e di ogni evento che la Parola porta ha in se stessa.

Buona domenica e
Buona settimana
Don Gabriele Don Marco