IV di Quaresima
IV di Quaresima
Il Padre aspetta i peccatori
Nel Vangelo di Luca, al capitolo 15, troviamo le tre parabole della misericordia: quella della pecora ritrovata, quella della moneta ritrovata e quella molto nota del figlio prodigo, o meglio, del padre misericordioso. Sarebbe bello, oggi, leggere questo intero capitolo!
La liturgia, in questo itinerario quaresimale, presenta l’ultima delle tre parabole che come sappiamo ha come protagonista un padre e i suoi due figli.
Il racconto ci permette di cogliere alcuni tratti di questo padre: è un uomo sempre pronto a perdonare e che spera contro ogni speranza.
Colpisce anzitutto la sua tolleranza dinanzi alla decisone del figlio più giovane di andarsene di casa: avrebbe potuto opporsi, sapendo-lo ancora immaturo, un giovane ragazzo, o cercare qualche avvocato per non dargli l’eredità, essendo ancora vivo.
Invece gli permette di partire, pur prevedendo i possibili rischi.
Così agisce Dio con noi: ci lascia liberi, anche di sbagliare, perché creandoci ci ha fatto il grande dono della libertà. Sta a noi farne un buon uso. Questo dono della libertà che Dio ci dona mi stupisce sempre!
Ma il distacco da quel figlio è solo fisico; il padre lo porta sempre nel cuore; attende fiducioso il suo ritorno; scruta la strada nella speranza di vederlo. E un giorno lo vede comparire in lontananza.
Ma questo significa che questo padre, ogni giorno, saliva sul terrazzo a guardare se il figlio tornava!
Allora si commuove nel vederlo, gli corre incontro. Lo abbraccia, lo bacia. Quanta tenerezza! E questo figlio le aveva fatte grosse! Ma il Padre l’accoglie così.
Lo stesso atteggiamento il padre riserva anche al figlio maggiore, che è sempre rimasto a casa, e ora è indignato.
Egli protesta perché non capisce e non condivide tutta quella bontà nei confronti del fratello.
Il padre esce incontro anche a questo figlio e gli ricorda che loro sono sempre stati assieme, hanno tutto in comune, ma bisogna accogliere con gioia il fratello finalmente ritornato a casa.
Questo mi fa pensare: quando uno si sente peccatore, si sente davvero poca cosa e quindi si torna al Padre per ottenere perdono, quando uno si sente giusto, ugualmente il Padre viene a cercarci per allontanarci dalla superbia che il diavolo infonde nel cuore.
Nella parabola si può intravedere un terzo figlio. Un terzo figlio?
Dove? È nascosto? È quello che “non ritenne un privilegio l’essere come il Padre ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo”.
È Gesù il Figlio–Servo, l’estensione delle braccia del Padre: Lui ha accolto il prodigo e ha lavato i suoi piedi sporchi; Lui ha preparato il banchetto per la festa del perdono. Lui Gesù, ci insegna ad essere immagine dell’amore del Padre.
Nel sacramento della Riconciliazione possiamo rivivere questo abbraccio e ripartire. E Lui che ci accoglie, ci restituisce la dignità di figli e ci dice “Vai avanti! Sii in pace! Alzati e vai avanti!”.
In questo ultimo tratto di cammino che ancora ci separa dalla Pasqua lasciamoci raggiungere dallo sguardo pieno di amore di Dio e ritorniamo a Lui con tutto il cuore, rigettando ogni compromesso col peccato. La Vergine Maria assista il nostro viaggio fino all’abbraccio rigenerante con la Divina Misericordia.
(Angelus 6 marzo 2016)
Buona domenica e buona settimana
don Gabriele