Se due conversano, usino un tono misurato. I pazzi e gli inconsapevoli urlano. Gli sciocchi e i maligni bisbigliano. Nella conversazione non lasciamoci prendere dalla voglia di contraddire o d’interrompere l’altro, sempre per ostentare la nostra fatua superiorità. Tutto deve tendere alla quiete, come dicono le parole di saluto: “Pace a te” e “non rispondiamo prima di aver bene ascoltato (Siràcide 11,8). Evitiamo l’ampollosità, la prolissità, la fretta o la lentezza. Non parliamo troppo a lungo né con troppe parole. Un chiacchierone è come una scarpa vecchia: tutto consumato, gli resta soltanto la lingua che fa del male soprattutto a lui.

(Clemente alessandrino, Il pedagogo)