Frammenti di saggezza
(Bollettino n. 67/2009 – dal 17 Ottobre 2009 al 22 Novembre 2009)

Un ateo precipitò da una rupe. Mentre rotolava giù, riuscì ad afferrare il ramo di un alberello e rimase sospeso fra il cielo e le rocce 300 metri più sotto, consapevole di non poter resistere a lungo. Allora ebbe un’idea. “Dio!” gridò con quanto fiato aveva in gola. Silenzio. Nessuna risposta. “Dio! – gridò di nuovo – Se esisti, salvami e io ti prometto che crederò in te e insegnerò agli altri a credere”. Ancora silenzio. Subito dopo fu lì lì per mollare la presa dallo spavento nell’udire una voce possente che rimbombava nel burrone: “Dicono tutti così quando sono nei pasticci”. “No, Dio, no!” egli urlò, rincuorato. “Io non sono come gli altri. Non vedi che ho già cominciato a credere, poiché sono riuscito a sentire la tua voce? Ora non devi far altro che salvarmi ed io proclamerò il tuo nome fino ai confini della terra”. “Va bene – disse la voce – Ti salverò. Staccati dal ramo”. “Staccarmi dal ramo? – strillò l’uomo sconvolto – Non sono mica matto!”.

Cos’è la fede se non fiducia in Dio?
Si dice che quando Mosè lanciò il suo bastone nel Mar Rosso non avvenne il miracolo tanto atteso. Fu solo quando il primo uomo si gettò fra le onde che il mare si divise in due in modo da lasciar passare gli ebrei.


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Blog della Parrocchia di Giovenzano e Vellezzo Bellini (PV)

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