R-Estate con Me

“Li dove siete… Com’è che state?… Ci state bene?… E state…”

Non solo per i più giovani l’estate è periodo dei “tormentoni”. Brevi ed incisivi ritornelli che si diffondono da ogni radio e colpiscono la mente tanto da essere ripetute fino allo sfinimento. Il grest è una buona palestra per imparare i nuovi e vecchi tormentoni…
In questo tempo la Liturgia della Parola che viene proclamata – sia la domenica, sia nei giorni feriali – hanno come in filigrana la figura del discepolo che, rispondendo all’invito del Maestro, cammina con Lui in un modo nuovo diventando partecipe del progetto d’amore del Padre.
Ripensando a questo tema spirituale dai cassetti della memoria è emerso un tormentone di qualche anno fa. Non è, allora, fuori luogo usare in un modo libero e fantasioso il ritornello di Gabbani per aiutare la nostra riflessione. Quattro semplici passaggi legati al testo. Un primo passaggio che il discepolo devo necessariamente compiere è quello di accettare il fatto che il Signore viene a visitare la nostra vita proprio “lì dove siamo!
È davvero indispensabile giungere alla consapevolezza che la chiamata è per tutti! A tutti il Signore chiede di partecipare all’opera della Redenzione. A tutti chiede di essere operai nella sua vigna. Ciascuno con le proprie caratteristiche e i propri talenti. Il discepolo che non riconosce la presenza del Signore non riesce neppure a dare risposte credibili, resta sempre nelle opposizioni e nei dubbi, non decide e sceglie con il rischio di “andare triste” come quel giovane narrato dal Vangelo che non è in grado di dare ordine ai valori della propria esistenza.
Da questo primo passaggio ne origina un secondo: il Signore vuole vedere “come stiamo?”
Nella sua divina umanità ha dimostrato questo profondo interesse per l’uomo. Gesù si è letteralmente chinato su di noi per condividere tutto, fuorché il peccato. Questa condivisione diventa compassione e carità. A Lui noi possiamo confidare le paure, le perplessità ed i sogni. Con Lui possiamo essere liberi e veri di chiedere tutto perché per noi il Padre desidera solo ed unicamente la vita e la felicità qui e per l’eternità.
Avere un Dio che ha a cuore la nostra vita dimostra che è davvero un Padre che ama e sostiene.
Con questa certezza entriamo nel terzo passaggio che segna il desiderio di Gesù di creare una comunità attorno a se.
Dobbiamo trovare il coraggio di rispondere se “stiamo bene” con il Signore. Se il nostro essere discepoli ci porta gioia oppure se viviamo solo come tradizione rischiando di non trasmettere più nulla! È un rischio grande del nostro modo di pensare e di vivere.
L’ultimo passaggio che diventa la sintesi dei precedenti è quello che permette al discepolo di dire che stando bene con il Signore non può che originare il desiderio di “restare”.

Stare bene con il Signore! E stare con Lui è quindi l’augurio e l’impegno da vivere in questo tempo.
Troviamo occasioni per riprendere fiato e per valutare con serenità e gioia il nostro modo di essere discepoli. Buona estate e buone ferie a tutti.

Di cuore vi benedico,
D. Gabriele