Mi piace iniziare questa breve riflessione prendendo in prestito le battute iniziali di un canto liturgico che introduce in modo semplice al tempo santo della Quaresima.

È abbastanza intuitivo cogliere, tra le righe, alcuni aspetti utili per vivere con intensità questo itinerario di fede che conduce alla Pasqua di Resurrezione. Il primo aspetto è quello che ci porta a considerare la quaresima come un “cammino”.
In compagnia di Gesù ci ritroviamo incamminati su un sentiero che, attraverso diversi percorsi, conduce alla riscoperta del mistero della nostra fede. Questo mistero è noto, lo ripetiamo spesso nella celebrazione: morte, risurrezione in attesa della Sua gloriosa e definitiva venuta.

Nasce come naturale conseguenza il secondo aspetto, anch’esso di facile comprensione: di fronte ad un sentiero, ad un cammino occorre fare una scelta. Questa scelta è, in qualche modo, stimolata dalla domanda che Gesù si pone e che gli autori del canto propongono con il “Chi mi seguirà?” che apre ogni strofa. Chi mi seguirà! Sembra chiedersi il Maestro oggi come allora. Chi mi seguirà nel sentiero del Vangelo, chi percorrerà con me la strada del Regno delle Beatitudini, chi avrà il coraggio di affrontare le vie del servizio, del dono, del perdono…

Solo coloro che inizieranno e vivranno questo itinerario avranno la piena gioia di celebrare la Pasqua con il Signore riconoscendolo come il Risorto, il Vivente. Questo tempo santo permette, con le sue tradizionali caratteristiche (preghiera, digiuno, elemosina) di comprendere ogni caratteristica della strada, di delineare i margini di sicurezza dei sentieri, di riconoscere i segnali di pericolo e quelli che consentono corroboranti soste nel quale riprendere fiato, forza e sostentamento.
La Parola, l’Eucaristia, il silenzio, la preghiera, il digiuno, la vera e semplice carità aiutano a vivere questo itinerario con ricchezza e grazia.

È un tempo “severo”, un tempo “serio” come insegna la tradizione ma è un tempo di “grazia” ossia di presenza dell’Amore di Dio che ricolma di bene l’uomo. Se sono ben chiari questi primi due elementi non rimane che cogliere il terzo ed ultimo: occorre la nostra personale risposta!
Nel canto con gioia il ritornello annuncia “Noi ti seguiremo Signore sulla e con la tua Parola noi verremo con te”. Ecco svelato il senso del termine “conversione” che apre il tempo della quaresima.

Nel giorno delle Ceneri quel poco di polvere posto sul nostro capo raffigura, in fondo, questa risposta e adesione.
“Convertiti e credi nel Vangelo” potrebbe essere risentita come quella domanda interiore fatta a noi dal Maestro….e tu hai voglia di seguirmi? Riconosci il bene che ti voglio? Sei disposto a comprendere cosa significhi vivere con me la Pasqua? Hai tempo 40 giorni, ma il primo passo è una risposta e una disposizione di cuore. L’augurio per me e per voi è quello di rispondere “Io ti seguirò o Signore” e di vivere con gioia questo tempo di grazia per giungere a vivere una nuova Pasqua da Risorti.

Buon cammino,
Don Gabriele