V di Quaresima

V di Quaresima

Convertirsi ad una vita nuova

In questa quinta domenica di quaresima, la liturgia ci presenta l’episodio della donna adultera tratto dal Vangelo di Giovanni.
In esso si contrappongono due atteggiamenti: quello degli scribi e dei farisei da una parte, e quello di Gesù dall’altra.
I primi vogliono condannare la donna, perché si sentono i tutori della Legge e della sua fedele applicazione.
Gesù invece vuole salvarla, perché Lui impersona la misericordia di Dio che perdonando redime e riconciliando rinnova.
Siamo ancora nella scia del messaggio della scorsa domenica!

Mentre Gesù sta insegnando nel tempio, gli scribi e i farisei gli portano una donna sorpresa in adulterio; la pongono nel mezzo e chiedono a Gesù se si deve lapidarla, così come prevede la Legge di Mosè. L’evangelista precisa che essi posero il quesito “per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo”.
Si può supporre che il loro proposito fosse quello!
Vedete la malvagità di questa gente il “no” alla lapidazione sarebbe stato un motivo per accusare Gesù di disobbedienza alla Legge; il “sì”, invece, per denunciarlo all’autorità romana, che aveva riservato a sé le sentenze e non ammetteva il linciaggio popolare.
E Gesù deve rispondere.

Gli interlocutori del Maestro sono chiusi nelle strettoie del legalismo e vogliono rinchiudere il Figlio di Dio nella loro prospettiva di giudizio e condanna.
Ma Gesù non è venuto nel mondo per giudicare e condannare, bensì per salvare ed offrire alle persone una vita nuova.
Come reagiste Gesù davanti a questa prova? Prima di tutto rimane per un poco in silenzio, e si china a scrivere con il dito per terra, quasi a ricordare che l’unico legislatore e giudice è Dio che aveva scritto la Legge sulla pietra.
In seguito Gesù afferma: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”.

In tal modo Egli fa appello alla coscienza di quegli uomini.
Loro si sentivano paladini della giustizia ma vengono richiamati alla consapevolezza della loro condizione di peccatori, in forza della quale non possono arrogarsi il diritto di vita o di morte su un loro simile.
A quel punto, uno dopo l’altro, se ne andarono tutti, rinunciando a lapidare la donna.
Questa scena invita anche ciascuno di noi a prendere coscienza che siamo peccatori, e a lasciar cadere dalle nostre mani le pietre della condanna, della denigrazione, che a volte vorremmo scagliare contro gli altri.
Alla fine restano Gesù e la donna: la misera e la misericordia, come afferma S. Agostino. Gesù è l’unico senza colpa, l’unico che potrebbe scagliare la pietra contro di lei, ma non lo fa, perché Dio “non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva”.
Gesù congeda la donna con queste parole stupende: “Va’ e d’ora in poi non peccare più!”
Si apre per lei una strada nuova, una vita nuova creata dal perdono e affidata all’impegno personale.
La Vergine Maria ci aiuti a testimoniare a tutto l’amore del Padre, che in Gesù ci perdona e rende nuova l’esistenza, offrendoci sempre nuove possibilità.

(Angelus 7 aprile 2019)

Buona domenica e buona settimana
don Gabriele