ANNO PASTORALE 2025 – 2026
COMUNICAZIONE alla PARROCCHIA

Carissimi,
è bello e significativo pensare che, in questo tempo giubilare che si avvia alla conclusione, lo spirito sinodale possa continuare a portare frutti nel tempo e nella storia della nostra comunità parrocchiale.

Nel periodo estivo, ogni parroco, ha tempo e modo di rileggere la vita pastorale e di affidare, nel silenzio e nella preghiera, tutto nelle mani del Redentore che, con pazienza e sapienza, sempre guida il suo popolo.
Nell’incontro condiviso con i collaboratori parrocchiali, che dallo scorso anno si sono resi disponibili per un cammino di riflessione e ripensamento, è emersa una proposta finalizzata a dare valore al piano pastorale e offrire tempi e modi nuovi per l’annuncio della Parola, dell’Eucaristia e della Carità.

Parola, Eucaristia e Carità restano le caratteristiche imprescindibili e indissolubili del cammino di fede di ogni singolo battezzato e dell’intera comunità cristiana.
Nella scia del progetto pastorale diocesano, edificati sul fondamento che è Cristo, in comunione con la Chiesa universale e locale, ciascuno è chiamato ed invitato a rinnovare la propria fede e, perché no, la propria appartenenza e partecipazione, in primo luogo nei valori e come naturale risvolto nella quotidianità della vita.
Tutto ciò ci aiuta, inoltre, ad avere uno sguardo profetico sul futuro delle nostre comunità senza false nostalgie o sentimenti apocalittici.

Il cammino sinodale ci esorta a proseguire insieme per identificare processi atti ad aprire menti e cuore alla “speranza che non delude” e che chiede di essere annunciata e testimoniata nell’oggi con quella profonda gioia del Vangelo di cui tanto ha parlato il compianto Papa Francesco.
Una gioia che, come ci ricorda Papa Leone, parte dal mettere al centro il Maestro, dal frequentarlo, interrogarlo, accoglierlo, seguirlo e imitarlo.
A questo siamo chiamati, questo è il fine di ogni comunità e per questo siamo invitati e inviati!

Questo è il senso del riscoprire la Comunità Cristiana.

Cosa serve? Coraggio, fantasia e un pizzico di fiducia…

Ci siamo chiesti concretamente, una volta ragionato e condiviso sui principi e le ragioni, come è possibile proporre un cambiamento?
Da quale ambito partire?
È parso opportuno rispondere: proviamo a ripartire dal “tempo” che la tradizione di consegna e proviamo e dare il giusto valore che esso è in grado di consegnarci.

Per cercare di approfondire, anche se in modo superficiale, la tesi partiamo dalla lettura di uno stralcio della Costituzione Sacrosantum Concilium del Vaticano II (documento sulla Liturgia):
“La santa madre Chiesa considera suo dovere celebrare l’opera salvifica del suo sposo divino mediante una commemorazione sacra, in giorni determinati nel corso dell’anno. Ogni settimana, nel giorno a cui ha dato il nome di domenica, fa memoria della risurrezione del Signore, che essa celebra anche una volta all’anno, unitamente alla sua beata passione, con la grande solennità di Pasqua. Nel corso dell’anno poi, distribuisce tutto il mistero di Cristo dall’Incarnazione e dalla Natività fino all’Ascensione, al giorno di Pentecoste e all’attesa della beata speranza e del ritorno del Signore.
Ricordando in tal modo i misteri della redenzione, essa apre ai fedeli le ricchezze delle azioni salvifiche e dei meriti del suo Signore, le rende come presenti a tutti i tempi e permette ai fedeli di venirne a contatto e di essere ripieni della grazia della salvezza”.

Ci è sembrato bello provare a dire: perché non rendiamo più vero che per il cristiano il tempo è quello che origina dall’incontro con i misteri della Redenzione e permette, giorno dopo giorno, di venire a contatto con la grazia e la salvezza?

In sintesi: METTIAMO AL CENTRO L’ANNO LITURGICO.

Non è quindi un capriccio, non una rivoluzione e neppure un voler cancellare un passato, più o meno recente, ma l’occasione di dare un passo nuovo e un volto nuovo per stimolare il nostro incontro con il Signore.

Di conseguenza nasce la volontà di definire la domenica della solennità di Cristo Re dell’universo (23 novembre) quale data di apertura dell’anno pastorale parrocchiale che si concluderà, almeno nell’aspetto liturgico con la Sagra della Madonna del Carmine.

Non è solo uno spostamento di date di calendario ma la conseguenza di un pensiero: con l’inizio del tempo di Avvento iniziano i cammini, gli incontri della catechesi dell’iniziazione cristiana che culmina nell’esperienza del Grest, le tradizionali e innovative esperienze pastorali, le iniziative ricreative e comunitarie e quanto la fantasia di tutti è in grado di offrire come espressione dell’annuncio del Vangelo condiviso nei luoghi della vita…

Potrebbe nascere una condivisibile obbiezione: e i mesi di ottobre e novembre a cosa servono? Sono inutili?

Al contrario: in questi mesi in primo luogo i collaboratori, i genitori dei ragazzi della catechesi, l’intera comunità cristiana sarà chiamata ed invitata a riflettere sul senso e sulle motivazioni di questa proposta.

Un primo momento sarà vissuto nei giorni di festa in ricordo della Madonna del Rosario, il cui programma è reso noto in questi giorni: è nella preghiera che si costituisce la Comunità e dal silenzio davanti all’Eucaristia -nel modo in cui ci hanno insegnato i giovani nel giubileo- che si incontra il Mistero del Dio dell’Amore.

Altri appuntamenti del prossimo mese:
• Per i genitori della catechesi verranno organizzati incontri tramite i gruppi per coloro che iniziano il cammino possono rivolgersi in parrocchia dopo il 5 ottobre per avere indicazioni
• Per il gruppo adolescenti-giovani: settimana comunitaria dal 12 al 18
• Per gli animatori liturgici (coro, lettori): incontro di formazione (data da definire)
• Per i volontari (Caritas, Oratorio, Sagra): incontro di formazione (data da definire)
• Per tutti i fedeli: incontro di catechesi DOMENICA 16 NOVEMBRE ore 15:00 in Oratorio

Segnalo che domenica 12 ottobre saranno in vendita dolci e torte a sostegno delle attività missionario (Giornata Missionaria).

Chiedo al Signore, alla Vergine e ai nostri patroni di far vivere a me e a voi questo “apparente cambiamento” come una occasione di Grazia e di Giubileo per il bene nostro, della nostra comunità parrocchiale.

Con affetto grande?
Don Gabriele