“Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Si conclude con questa decisa esclamazione di Gesù il cammino quaresimale aiutati dai vangeli della domenica. Ancora tratto dal Vangelo di Giovanni, il brano odierno annuncia, senza mezzi termini, che il destino del Messia è quello della croce.
Quello che è da tutti indicato come il luogo del supplizio e della morte per il Signore diventa il trono che manifesta il culmine della sua missione ed indica la piena realizzazione del suo compito. La croce “trono ed altare” recita un antico inno è per Gesù compimento del dono di amore e preludio della vita nuova offerta all’intera umanità.
Cristo è entrato nell’esperienza dell’uomo fin all’interno della vita umana e proprio dal dono della sua vita, come il seme gettato nella terra, è in grado di rinnovare, di trasformare, di dare nuova forma a coloro che sono disposti ad accoglierlo, a seguirlo, a servirlo.
Tutto ciò permette di incontrare Dio, permette di sentirsi accolti e amati dal Padre e partecipare del Regno.
Mentre ancora numerose ombre incombono sulla nostra vita, fatiche e pesi sembrano essere sempre opprimenti.
Attendiamo con fiducia la Pasqua e facciamo il suggerimento che emerge dalla seconda lettura: “nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo”.
Il testo riferisce il versetto a Gesù stesso! È pero applicabile anche a ciascuno di noi.
Chiediamo al Padre di sperimentare, nel filiale abbandono, quella salvezza che si sperimenta quando si affida la vita dal Signore “perdendola” per Lui ma arrivando a conquistare la vita eterna.

Buona domenica
don Gabriele,
Daniele seminarista

PDF Foglio settimanale 21 marzo 2021