L’amore per i nemici

VII domenica Tempo ordinario
L’amore per i nemici
Il tema fondamentale che attraversa la liturgia domenicale riguarda un punto centrale della vita cristiana: l’amore per i nemici. Le parole di Gesù sono nette: “A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male” E questo non è un optional, è un comando. Non è per tutti, ma per i discepoli, che Gesù chiama “voi che ascoltate”.
Lui sa benissimo che amare i nemici va oltre le nostre possibilità, ma per questo si è fatto uomo: non per lasciarci così come siamo, ma per trasformarci in uomini e donne capaci di un amore più grande, quello del Padre suo e nostro.
Questo è l’amore che Gesù dona a chi “lo ascolta”. E allora diventa possibile!
Con Lui, grazie al suo amore, al suo Spirito noi possiamo amare anche chi non ci ama, anche chi ci fa del male.
In questo modo, Gesù vuole che in ogni cuore l’amore di Dio trionfi sull’odio e sul rancore.
La logica dell’amore, che culmina nella Croce, è il distintivo del cristiano e ci induce ad andare incontro a tutti con cuore di fratelli.
Ma come è possibile superare l’istinto umano e la legge umana della ritorsione?
La risposta la dà Gesù nella stessa pagina evangelica: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso”.
Chi ascolta Gesù, si sforza di seguirlo anche se costa, diventa figlio di Dio e comincia a somigliare davvero al Padre che è nei cieli.
Diventiamo capaci di cose che mai avremmo pensato di poter dire o fare, e di cui anzi ci saremmo vergognati, ma che invece adesso ci danno gioia e pace. Non abbiamo più bisogno di essere violenti, con le parole e i gesti; ci scopriamo capaci di tenerezza e di bontà; e sentiamo che tutto questo non viene da noi ma da Lui!
E dunque non ce ne vantiamo, ma ne siamo grati.
Non c’è nulla di più grande e più fecondo dell’amore: esso conferisce alla persona tutta la sua dignità, mentre, al contrario, l’odio e la vendetta la sminuiscono, deturpando la bellezza della creatura fatta a immagine di Dio.
Questo comando di rispondere all’insulto e al torto con l’amore, ha generato nel mondo una nuova cultura: “cultura della misericordia” dobbiamo impararla bene e praticarla bene perché da vita ad una vera rivoluzione. (lett. Ap. Misericordia ed misera 20).
È la rivoluzione dell’amore, i cui protagonisti sono i martiri di tutti i tempi. Gesù assicura che il nostro comportamento, improntato all’amore verso quanti ci fanno del male. Non sarà vano.
Egli dice: “Perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato… perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio.”
È bello questo. Sarà una cosa bella che Dio ci darà se noi siamo generosi, misericordiosi. Dobbiamo perdonare perché Lui ci ha perdonato e ci perdona sempre.
Se non perdoniamo del tutto, non possiamo pretendere di essere perdonati del tutto. Invece, se i nostri cuori, si aprono alla misericordia, se si suggella il perdono e si stringono i vincoli della comunione, proclamiamo davanti al mondo che è possibile vincere il male con il bene.
A volte è più facile per noi ricordare i torti che ci hanno fatto e non le cose buone. Questa non è la strada. Dobbiamo fare il contrario, dice Gesù: ricordare le cose buone e rovesciare sempre il discorso vero la misericordia.
La Vergine Maria ci aiuti a lasciarci toccare il cuore da questa parola santa di Gesù, bruciante come il fuoco, che ci trasforma e ci rende capaci di fare del bene senza contraccambio, testimoniando sempre ed in ogni luogo la vittoria dell’amore.
(Angelus 24 febbraio 2019)
Buona domenica e buona settimana
don Gabriele