La logica di Dio (Angelus 03 febbraio 2019) IV domenica Tempo ordinario

IV domenica Tempo ordinario
“La logica di Dio»
Domenica scorsa la liturgia ci aveva proposto l’episodio della sinagoga di Nazaret, dove Gesù legge un passo del profeta Isaia e alla fine rivela che quelle parole si compiono “oggi” in Lui.
Il Vangelo di questa domenica è la prosecuzione di quel racconto e ci mostra lo stupore dei suoi concittadini nel vedere che uno del loro paese, “il figlio di Giuseppe”, pretende di essere il Cristo, l’inviato del Padre.
Gesù, con la sua capacità di penetrare le menti e i cuori, capisce subito che cosa pensano i suoi compaesani.
Essi ritengono che, essendo Lui uno di loro, debba dimostrare questa strana “pretesa” facendo dei miracoli lì, a Nazaret, come ha fatto nei paesi vicini. Ma Gesù non vuole e non può accettare questa logica, perché non corrisponde al piano di Dio. Il Padre vuole la fede, gli uomini vogliono i segni e i miracoli. Dio vuole salvare tutti, e loro vogliono un Messia a proprio vantaggio. E per spiegare la logica di Dio, Gesù porta l’esempio di due grandi profeti antichi: Elia ed Eliseo, che Dio aveva mandato a guarire e a salvare persone non ebree, di altri popoli, ma che si erano fidate della loro parola.
Di fronte a questo invito ad aprire i loro cuori alla gratuità e alla universalità della salvezza, i cittadini di Nazaret si ribellano, e addirittura assumono un atteggiamento aggressivo, che degenera al punto che “si alzarono e lo cacciarono fuori dalla città e lo condussero sul ciglio del monte per gettarlo giù”. L’ammirazione del primo istante si è mutata in una aggressione, una ribellione contro lo stesso Gesù.
Questo brano ci mostra che il ministero pubblico del Maestro, inizia con un rifiuto, con una minaccia di morte proprio ad opera dei “vicini”.
Gesù, nel vivere la missione affidatagli dal Padre, sa bene che deve affrontare la fatica, il rifiuto, la persecuzione e la sconfitta. Un prezzo che, ieri come oggi, la profezia autentica è chiamata a pagare. Il duro rifiuto, però, non scoraggia Gesù, né arresta il cammino e la fecondità della sua azione profetica. Egli va avanti per la sua strada, confidando nell’amore del Padre.
Anche oggi, il mondo ha bisogno di vedere nei discepoli del Signore dei profeti, cioè delle persone coraggiose e perseveranti nel rispondere alla vocazione cristiana.
Persone che seguono la “spinta” dello Spirito Santo, che le manda ad annunciare speranza e salvezza, persone che seguono la logica della fede e non del miracolismo; persone dedicate al servizio di tutti, senza privilegi ed esclusioni. In poche parole: persone che si aprono ad accogliere in sé stesse la volontà del Padre e si impegnano a testimoniarla fedelmente agli altri. Preghiamo Maria Santissima, perché possiamo crescere e camminare nello stesso ardore apostolico per il Regno di Dio che animò la missione di Gesù.
(Angelus 03 febbraio 2019)