Domenica delle Palme

Domenica delle Palme
La croce che svuota e innalza
Le scene così drammaticamente descritte dal Vangelo di Luca sono in sintonia con quello che accade attorno a noi.
Le voci dei poveri sono sempre più inascoltate.
Le grida dei mercati finanziari che stritolano i paesi poveri, le grida di battaglia delle guerre che si scatenano, le grida anche tra di noi di chi semina odio e razzismo, tutto questo sembra soffocare la voce di Gesù e sembra annullare la potenza della sua Parola.
Anche nella comunità cristiana le grida delle critiche reciproche, degli scandali che emergono, soffocano la parola di verità di Gesù.
E anche nelle nostre famiglie le grida dei litigi, delle critiche senza amore insieme alla sordità reciproca, alla fine mettono a tacere le parole di Gesù, ridotto a quadretto solitario sopra la porta di casa e nulla più. E così anche nel nostro mondo, nella società dove viviamo, nella Chiesa e nelle nostre famiglie, Gesù finisce in croce, cacciato fuori dalla città santa di Gerusalemme e condannato al silenzio.
Ma la croce è salvezza, e la potenza di Dio trasforma il patibolo di Gesù non in stazione di arrivo della sua storia, ma come stazione di ripartenza per una nuova vita.
La croce che per noi cristiani è simbolo fortissimo della nostra fede, è segno dei nostri fallimenti e dei nostri peccati, ma allo stesso tempo è un forte messaggio che in essi non c’è l’ultima parola e che la speranza non è mai spenta.
In quei processi violenti narrati da Luca, ci sono anche io, lo riconosco.
Sicuramente anche io con le mie incoerenze di fede ho gridato più il nome di Barabba e non il nome di Gesù. Ma alla fine come Gesù sulla croce muore per tutti, per il Sinedrio, per Pilato, per Erode, per Barabba, per il popolo e anche per Giuda, così muore anche per me, con un amore che è grido di vita, grido di risurrezione.
Buona domenica e buona settimana
don Gabriele