Guardare il cielo è la nostra àncora

PENTECOSTE

Guardare il cielo è la nostra àncora

Celebriamo la grande solennità di Pentecoste, che porta a compimento il tempo Pasquale, cinquanta giorni dopo la Risurrezione di Cristo.

La liturgia ci invita ad aprire la nostra mente e il nostro cuore al dono dello Spirito Santo, che Gesù ha promesso a più riprese ai suoi discepoli, il primo e principale dono che Egli ci ha ottenuto con la sua Risurrezione. Questo dono, Gesù stesso lo ha implorato dal Padre, come attesta il brano evangelico odierno.
Gesù annuncia ai suoi discepoli: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga sempre con voi”.

Queste parole ci ricordano anzitutto l’amore per una persona, e anche per il Signore, si dimostra non con le parole, ma con i fatti, e anche “osservare i comandamenti” va inteso in senso esistenziale, in modo che tutta la vita ne sia coinvolta.
Infatti, essere cristiano non significa principalmente appartenere a una certa cultura o aderire a una certa dottrina, ma piuttosto legare la propria vita, in ogni suo aspetto, alla persona di Gesù e, attraverso di Lui, al Padre.
Per questo scopo Gesù promette l’effusione dello Spirito Santo ai suoi discepoli.
Proprio grazie allo Spirito d’Amore che unisce il Padre e il Figlio e da loro procede, tutti possiamo vivere la stessa vita di Gesù.
Lo Spirito, infatti, ci insegna ogni cosa, ossia l’unica cosa indispensabile; amare come ama Dio.

Nel promettere lo Spirito Santo, Gesù lo definisce “un altro Paraclito”, che significa Consolatore, Avvocato, Intercessore, colui che assiste, ci difende, sta al nostro fianco nel cammino della vita e nella lotta per il bene e contro il male.

Gesù dice “un altro” perché il primo è Lui, Lui stesso, che si è fatto carne proprio per assumere su di sé la nostra condizione umana e liberarla dalla schiavitù del peccato. Inoltre, lo Spirito Santo esercita una funzione di insegnamento e di memoria.
Così si esprime Gesù: “Il Paraclito, lo Spirito santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto”.
Lo Spirito non porta un insegnamento diverso, ma rende vivo, rende operante l’insegnamento di Gesù, perché il tempo che passa non lo cancelli e non lo affievolisca.
Lo Spirito Santo innesta questo insegnamento dentro al nostro cuore, ci aiuta ad interiorizzarlo, facendolo diventare parte di noi, carne della nostra carne.
Al tempo stesso, prepara il nostro cuore perché sia capace davvero di ricevere le parole e gli esempi del Signore.
Tutte le volte che la parola di Gesù viene accolta con gioia nel nostro cuore, questo è opera dello Spirito Santo.
Invochiamo la materna intercessione di Maria: Ella ci ottenga la grazia di essere fortemente animati dallo Spirito Santo, per testimoniare Cristo con franchezza evangelica e aprirci sempre più alla pienezza del suo amore.

(Regina Caeli, 15 maggio 2016)

Buona domenica e buona settimana
don Gabriele