“Non ci ardeva forse il cuore nel petto, mentre conversava con noi lungo la via?”
(Lc 24, 32)

Nello scorrere del tempo e della storia, ancora una volta, al termine del tempo della Quaresima si apre, per noi cristiani, il grande e gioioso tempo della Pasqua di Resurrezione. Ogni tempo liturgico assume una notevole importanza per la vita di fede di ciascuno e dell’intera comunità. Ogni tempo con le sue caratteristiche e le sue particolarità.
Con voi vorrei provare a tracciare un breve percorso per ricordare i motivi fondamentali che ci permettono di dire che “centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua” (dall’annuncio pasquale letto in occasione dell’Epifania).
È a partire dai riti del Sacro Triduo che il cristiano riconosce la particolarità della propria fede, rinsalda il proprio legame con il Maestro e rinnova il proprio desiderio di essere discepolo e testimone.
La sapienza liturgica della Chiesa ha costruito le celebrazioni del Triduo con attenzione e grazia.
Gesti, segni, parole sono più che mai eloquenti e capaci, se trovano un cuore disponibile, a trasmettere la pienezza di quel mistero d’Amore che Dio ha rinnovato, in modo definitivo, gli uomini attraverso l’opera di redenzione nel Figlio.

A partire dal ricordo dell’istituzione dell’Eucaristia, la sera del giovedì santo, siamo chiamati a risentire dentro di noi l’invito del Signore: “Fate questo in memoria di me”. La Pasqua è anzitutto “memoriale” della presenza reale di un Dio che si fa dono e cibo e che invita i suoi amici ad imitarlo nel servizio che diventa dono.
In sua memoria rivivremo la veglia silenziosa della notte che ci introdurrà a vivere il dramma del venerdì santo.
Una serie di “consegne” scandirà l’ultima giornata di Gesù fino alla “consegna dello spirito” riversato sull’umanità nel momento della sua morte. E mentre canteremo: “Ecco il legno della croce sul quale fu appeso il Cristo, Salvatore del mondo” volgeremo il nostro sguardo su di Lui con le braccia ed il costato aperto quasi a contenere il mondo intero con i suoi drammi, i suoi peccati, le sue speranze.
Il libro della Croce resterà aperto alla nostra personale adorazione per il lungo silenzio del sabato santo. Silenzio, preghiera e riflessione mentre il Signore riposa nel sepolcro.
In fine il nuovo fuoco aprirà ma madre di tutte le Veglie ed insieme a tutti i nostri fratelli nella fede annunceremo la resurrezione ripetendo che: “Questa è la notte in cui il Cristo risorge vincitore del peccato e della morte.”
Nuovo fuoco, nuova acqua, rinnovo della professione di Fede tutto a Pasqua ci parla di una novità che è il Risorto che si avvicina a noi nel cammino per riscaldare il cuore e rinfrancare la vita. Proprio come è avvenuto ai due discepoli in cammino verso Emmaus anche per noi la Pasqua può e deve diventare l’incontro con il Risorto. Ascoltando la sua Parola e partecipando ai Sacramenti dovrebbe nascere in noi quel sentimento ripreso da Luca nel suo Vangelo: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto, mentre conversava con noi lungo la via?”

Sia l’augurio di questa Pasqua per tutti noi.

Con affetto Don Gabriele