III di Quaresima

III di Quaresima

Dio ci dona il tempo della conversione

Il Vangelo di questa terza domenica ci parla della misericordia di Dio e della nostra conversione.
Gesù racconta la parabola del fico sterile.

Un uomo ha piantato un fico nella propria vigna, e con tanta fiducia ogni estate va a cercare i suoi frutti ma non ne trova, perché l’albero è sterile.
Spinto da quella delusione ripetutasi per ben tre anni, pensa dunque di tagliare il fico, per piantarne un altro.
Chiama allora il contadino che sta nella vigna e gli esprime la sua insoddisfazione, intimandogli di tagliare l’albero, così che non sfrutti il terreno.
Il vignaiolo chiede al padrone di avere pazienza e gli domanda una proroga di un anno, durante il quale egli stesso si preoccuperà di riservare una cura più attenta e delicata al fico, per stimolare la sua produttività. Questa è la parabola.

Che cosa rappresenta? Cosa rappresentano i personaggi di questa parabola?
Il padrone raffigura Dio Padre e il vignaiolo è immagine di Gesù, mentre il fico è il simbolo dell’umanità indifferente e arida.
Gesù intercede presso il Padre in favore dell’umanità, e lo fa sempre, e lo prega di attendere e di concederle ancora tempo, perché in essa possano germogliare i frutti dell’amore e della giustizia.
Il fico che il padrone della parabola vuole estirpare rappresenta una esistenza sterile, incapace di donare, incapace di fare il bene.
È simbolo di colui che vive per sé stesso, sazio e tranquillo, adagiato nella proprie comodità, incapace di volgere lo sguardo e il cuore a quanti accanto a lui si trovano in condizione di sofferenza, povertà, disagio. A questo atteggiamento di egoismo e sterilità spirituale, si contrappone il grande amore del vignaiolo nei confronti del fico: fa aspettare il padrone, ha pazienza sa aspettare, gli dedica il suo tempo e il suo lavoro. Promette al padrone di prendersi particolare cura di quell’albero infelice.
Questa similitudine, che manifesta l’amore misericordioso di Dio, lascia a noi un tempo propizio per la conversione.

Tutti abbiamo bisogno di convertirci, di fare passi in avanti e la pazienza di Dio, la misericordia, ci accompagna in tale cammino.
Nonostante la sterilità, che a volte segna la nostra esistenza, Dio ha pazienza e ci offre la possibilità di cambiare e di fare progressi sulla strada del bene.

Questa dilazione concessa ci ricorda, nel contempo, anche l’urgenza della conversione.
“Lascialo ancora un anno!” La possibilità di cambiare non è illimitata: perciò è necessario coglierla subito.

Noi possiamo pensare in questa quaresima: cosa devo fare per avvicinarmi di più al Signore, per convertirmi, per tagliare quelle cose che non vanno?… No no, io aspetterò la prossima quaresima!
Ma sarai vivo la prossima quaresima?
Pensiamo oggi: cosa devo fare di fronte a questa pazienza e grande misericordia che il Padre dimostra alla mia vita? Cosa devo fare?
In questo tempo, il Signore ci invita a rispondere a questa chiamata al cambiamento, alla conversione nella propria vita, nel modo di pensare, di agire, di vivere le relazioni…
Al tempo stesso, dobbiamo imitare la pazienza di Dio che ha fiducia nella capacità di tutti di potersi “rialzare” e riprendere il cammino.
Dio è Padre, e non spegne la debole fiamma, ma accompagna e cura chi è debole perché si rafforzi e porti il suo contributo di amore alla comunità.
La Vergine Maria ci aiuti a vivere questi giorni di preparazione alla Pasqua come un tempo di rinnovamento spirituale e di fiduciosa apertura alla grazia di Dio e alla sua misericordia.

(Angelus 24 marzo 2019)

Buona domenica e buona settimana
don Gabriele