CORPUS DOMINI
“L’Eucaristia è fonte e culmine di tutta la vita cristiana.
Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati.
Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo”.
Questa definizione tratta dal Catechismo della Chiesa Cattolica ci introduce in modo significativo nel cuore della Solennità del Corpo e Sangue del Signore.
La comunione della vita divina e l’unità del popolo di Dio, su cui si fonda la Chiesa, sono infatti adeguatamente espresse e mirabilmente prodotte dall’Eucaristia.
Il brano proposto oggi, dal Vangelo di Marco che illumina la contemplazione di questo Mistero riporta ciò che avvenne nella Pasqua che vide raccolti Gesù e i discepoli nel cenacolo di Gerusalemme.
Sapendo che la sua ora era prossima, in quel banchetto rituale, nel quale si ricordava il passaggio dalla schiavitù alla libertà, grazie al sangue dell’agnello, volle unire parole nuove a gesti tradizionali, cambiandone così il senso.
In tal modo istituì il segno sacramentale nel quale la sua passione e la sua morte venivano interpretati come il sacrificio che stabilisce tra Dio e gli uomini un’alleanza eterna.
Marco infatti riferisce a Gesù queste parole: “Prendete, questo è il mio corpo. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
E disse loro: Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti”.
La consumazione della vittima, resa sacra dal sacrificio, metteva in comunione con Dio.
Nel contesto del banchetto rituale di Pasqua, attraverso l’assunzione dei simboli del pane e del vino, Gesù sostituisce all’ antico sacrificio la celebrazione del nuovo.
Questa volta la vittima nella quale è sigillato il patto è lui stesso.
Perciò i discepoli che mangiano del pane e bevono al calice accolgono la benevolenza di Dio, che li “giustifica”, cioè li rende degni di sé, stabilendo con essi un’alleanza e una comunione di vita per la quale si partecipa alla sua passione, morte e risurrezione. Nell’Eucaristia si celebra dunque l’Alleanza perenne tra Dio e gli uomini.
Colui che si ciba delle specie eucaristiche viene misticamente assimilato a Gesù, il Figlio gradito a Dio per la sua obbedienza fino alla morte: se con il peccato l’uomo rifiuta Dio e se ne allontana in cerca di una libertà effimera, diversamente mangiando del corpo e sangue del Signore ne assimila la vita e ne fa proprie le scelte e nonostante la miserabile condizione di peccatore, viene reso degno di stare alla sua presenza per vivere della sua stessa vita.

Buona domenica e settimana
Don Gabriele Don Marco