Mese: Novembre 2020

Con gioia accogliamo la notizia che Daniele, il nostro seminarista, diventerà lettore…

Con grande gioia vi annuncio che Giovedì 10 Dicembre sarò istituito lettore durante la celebrazione Eucaristica che si svolgerà presso la Chiesa maggiore del Seminario Vescovile di Pavia, presieduta dal nostro Vescovo Mons. Corrado Sanguineti. Quello del “lettorato” e un ministero, cioè un servizio: nella Chiesa-comunione, ogni “pietra vivente” concorre con il suo specifico alla costruzione del Regno di Dio già a partire da questa terra.

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Dal Vangelo di Marco (13, 33-37)

Quante volte ci è capitato di leggere queste righe del vangelo e quante volte ci è sfuggito questo particolare? E pensare che lo comprendessimo pienamente avrebbe il potere di stravolgere completamente la nostra vita, il nostro rapporto con Dio e con gli altri. Il compito che noi normalmente attribuiamo a Dio, di amministrare la casa, ora è completamente nelle nostre mani. Dio ci ha affidato tutto. Ma per essere dei buoni amministratori è necessario anche essere vigili e non smettere mai di collaborare con Dio nella sua opera. Dobbiamo vegliare. Che non significa non dormire di notte aspettando l’alba. Significa essere costantemente creativi. Dio ci ha affidato la creazione, raffigurata nel brano con l’immagine della gestione della casa e noi dobbiamo portare avanti il suo operato continuando a creare nell’Amore. È perciò indispensabile che ci apriamo allo Spirito perché Lui fa nuove tutte le cose.

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Venite benedetti dal Padre mio…

La celebre scena, nota come “giudizio finale”, orienta l’attenzione al Signore risorto che viene nella gloria e pone il sigillo definitivo alla storia dell’umanità.
Per questo la leggiamo nella festa di Cristo Re. Davanti a Cristo in trono, Dio raccoglie tutte le genti. L’interesse è dato da ciò che segue, cioè dalla separazione, come avviene tra i pesci buoni e i cattivi, tra gli invitati alle nozze, fra le ragazze sagge e stolte, fra i servi fedeli e i pigri.
Secondo una tipica usanza palestinese, il pastore alla sera separa le pecore dalle capre, perché necessitano di un trattamento diverso: la scena è solo evocata e lascia subito il posto al dialogo centrale che avviene tra il Re e gli uomini.
La bella notizia delle beatitudini (“vostro è il regno dei cieli”) trova conferma nella decisione finale; ma vi è aggiunto l’elemento della solidarietà attiva,
ovvero dell’operosa fedeltà. La separazione dell’umanità in due blocchi avviene secondo un criterio definito: la concreta attenzione all’uomo che è nel
Bisogno, l’impegno semplice e quotidiano nell’accorgersi degli altri e nel
riconoscere in qualunque prossimo i lineamenti del volto di Cristo.
La novità proposta non sta nelle opere di misericordia, ma nell’identificazione del Messia con i suoi fratelli più piccoli: il criterio di giudizio è dunque “cristologico”, cioè relativo a Gesù.
Il destino eterno di ogni uomo si gioca nel temporale rapporto di accoglienza o di rifiuto del Cristo nella persona di ogni uomo.

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